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Intervista a Samuele Mura – London is open: non abbiate paura!

Samuele

Samuele Mura è un giovane imprenditore di origini sarde, attivo con le sue imprese che hanno base a Londra. Innovatore, tecnologico (cura un vlog seguitissimo da giovani e meno giovani, esperti e meno esperti d’impresa) e senza paura, i suoi risultati parlano da soli. Lo abbiamo intervistato online per itLondra e quello che ne è scaturito è un quadro generale davvero interessante e stimolante. Soprattutto per quei giovani che ancora coltivano sogni e speranze verso la Vecchia Britannia!

Samuele, grazie per aver accettato quest’intervista! Per chi non ti conoscesse, vuoi fare una breve panoramica su chi è Samuele Mura?

Ho 29 anni, sono nato in Inghilterra e poi mi sono trasferito quasi subito in Sardegna con mio padre. Dal 2014 sono tornato a Londra. Sono un imprenditore, con la passione per il business in genere. Non ho fatto l’università. Al primo giorno della facoltà di lingue, superato il test d’ammissione, ho capito che quella non sarebbe stato ciò che amavo fare. Quindi ho preferito iniziare a lavorare. Infine ho aperto la mia prima impresa.

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Samuele Mura

Da giovane imprenditore quale sei, ti domandiamo, è difficile fare impresa oggi? Tutti si riempiono la bocca con la parola “crisi”. Secondo alcuni è addirittura globale. Questa crisi c’è, non c’è? E se c’è come se ne esce Samuele?

Ti posso dire che il fatto in sé di aprire un’impresa non va sottovalutato. È sempre difficile, ma più che difficile è impegnativo. Ci sono alcuni aspetti poi che non vanno presi alla leggera perché comunque ci sono in gioco delle responsabilità. Per esempio se l’impresa cresce e si hanno dei dipendenti. Non è mai semplice fare impresa.

Secondo me però viviamo in un periodo che da un certo punto di vista è più semplice rispetto a prima, quando non si aveva, ad esempio, la possibilità di avere una rete di contatti ampia e valida come ora grazie alla rete e quindi, forse andando controcorrente, dico che non sono d’accordo con chi vede ostacoli insormontabili sul fare impresa. Come non sono d’accordo sul fatto di accostare la parola “crisi” a questo momento storico, men che mai agli UK! Io ho iniziato a lavorare a Londra nel 2008 e lì ho visto qualche tentennamento dei mercati. Ma già dal 2010 – 2011 in poi, posso tranquillamente affermare che in UK la parola crisi non ha più avuto modo di esistere.

Per quanto riguarda il discorso italiano credo che venga confusa, secondo me, la parola “crisi” con un sistema che ora come ora non lo definirei amico delle imprese. Più che parlare di crisi, nel Belpaese ci sono dei problemi perché il sistema è un po’ vecchio. Ci sono delle leggi che spesso non riconoscono alcuni tipi di impresa. Però va anche detto che tra le fila di chi vuole aprire una nuova realtà, ci si informa scarsamente in generale e si conosce poco l’inglese, con tutto quello che ne comporta. Alla luce di ciò si può fare tranquillamente impresa anche in Italia, tenendo ben presente che i pro e i contro ci sono sempre e comunque. E dovunque.

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Una strada della City

Cosa consigli ad un giovane come te che ha un sogno, un progetto che vorrebbe realizzare ma che affronta mille ostacoli, un po’ come li hai affrontati tu? Ostacoli che possono essere le incertezze, il poco budget, la burocrazia.

Gli ostacoli ci saranno sempre. La strada imprenditoriale non è una strada facile. È un cammino impegnativo con tornanti, buche, curve. Le difficoltà sono all’ordine del giorno. Molto dipende dal tipo di problema da affrontare, ovviamente. Le “agevolazioni” che lo stato inglese mette a disposizione a chi apre un’azienda in UK non debbono trarre in inganno. O meglio, non vanno confuse con il “in Inghilterra è più semplice fare impresa” perché poi non è così. La competizione è altissima in tutti i settori: ci sono persone provenienti da ogni parte del mondo, che hanno studiato in America, che conoscono 5 – 6 – 7 lingue e ti scontri tutti i giorni con loro, professionisti di livello.

Paradossalmente spesso quello che in Italia è evidenziato come lato “negativo” che può essere la burocrazia può sopperire al fatto che c’è tanto margine e soprattutto minor concorrenza in base al settore che si va a scegliere. Invece per quanto riguarda il discorso budget credo che oggi sia il periodo migliore per fare impresa ed investire. Non parlo per esperienza personale ma ho tantissimi amici che hanno creato start up e fatto impresa: basta informarsi, ci sono moltissime risorse online (gli angels investors su tutti). È il periodo più facile per trovare finanziatori.

La cosa più errata da pensare è che ci siano pochi soldi da investire o che non ce ne siano per niente. Piuttosto una volta trovati diventa dura perché bisogna saperli gestire! Posso prendermi serenamente la responsabilità di dire che forse questo è il miglior periodo per trovare i fondi necessari o aziende – co-finanziatori che investano sul tuo progetto. Purché sia un progetto reale e non un’idea e basta.

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“La strada imprenditoriale non è una strada facile. È un cammino impegnativo con tornanti, buche, curve”

Ultima domanda prima di lasciarti: Brexit. Molti ragazzi italiani e non, a quanto leggo su forum e nei gruppi social in cui sono presente dedicati all’inghilterra, stanno letteralmente scappando via. Pochissimi quelli che raggiungono ora gli UK. Qual’è il tuo pensiero: la fuga è leggittima o è solo fobia collettiva, per così dire?

Io sono nel settore traslochi, come business, e sinceramente non vedo questa fuga collettiva di cui tutti parlano. Vedo però diverse testate giornalistiche che insistono nel parlare di questa fuga di massa o che comunque insinuano che la scelta fatta dall’Inghilterra di abbandonare l’Europa, sia sbagliata.

Su questo non mi esprimo però, ribadisco, prima cosa non vedo una fuggi fuggi generale come descritto, seconda cosa qui si respira un’aria di fiducia verso i governanti perché il popolo inglese sa che essi hanno a cuore gli interessi del paese. Da parte degli inglesi e degli italiani che risiedono qui vedo tranquillità e nessun timore nei confronti della Brexit. Detto anche ciò Londra è talmente vasta e l’apporto degli europei alla metropoli è talmente importante che è impossibile che dall’oggi al domani o fra due anni, riesca a rinunciarvi.

London is open è una campagna fatta dal sindaco di Londra che sta a significare questo: Londra è e resterà aperta ed ha bisogno degli europei e dei non europei. Son sicuro che andando avanti con le contrattazioni si troverà una soluzione che agevolerà entrambe le realtà. Forse vado controcorrente ma credo che basare il proprio percorso lavorativo / formativo su quest’evento non so sia molto indicato. Se ne fa troppo uso di questo “scudo”, si usa troppo la parola Brexit, senza ancora effettivamente sapere la realtà cosa ci prospetterà.

Ti rigrazio per la disponibilità Samuele e per la professionalità che sempre dimostri.

Grazie a te, Stefano, e a ItLondra!

Intervista a Samuele Mura – London is open: non abbiate paura! ultima modifica: 2017-09-12T08:41:42+01:00 da Stefano Labbia

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