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VIVERE A LONDRA

Le mie finestre sul cortile, tutto il mondo dalla cucina di un ristorante.

Abitare sopra la cucina un ristorante ha un che di affascinante, specialmente qui a Londra, dove nella maggioranza dei vecchi quartieri le case e negozi sono state costruite con il metodo romano, non quello che conosciamo oggi ma della Roma antica, per intenderci: casa e bottega, ovvero le attività commerciali al pianterreno, le abitazioni sopra ed il giardino annesso.

Due immagini di Londra

Si, perché Londinium è tutto quello che rimane oggi visibile ed efficiente del nostro Impero Romano, se ci fate caso le vie centrali che l’attraversano hanno lo stile imperiale e a tratti familiare. Quindi sorrido e penso che le antiche vestigia del nostro mondo esistono ancora oggi in questa città, la fila di casette dove vivo per esempio è una di queste abitazioni tipiche e le mie finestre danno sul cortile interno di una fila di ristoranti di varie etnie, italiana compresa. Un’altra finestra invece da sulla strada, dove ci sono gli ingressi dei locali, ho un osservatorio privilegiato, posso vedere entrambe le realtà, quella dei clienti per maggioranza inglesi e quella dei vari staff impegnati ogni giorno per maggioranza stranieri.

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Il calore del buon cibo

La cucina da tutto il mondo

E’ bello osservarli, perché era tanto tempo che non vedevo la gioia e la serenità e qui ti arriva dritta dritta al cuore, i clienti perché sono rilassati dopo il lavoro, lo staff perché un lavoro ce l’ha e si rilasserà dopo. E’ un continuo sollazzo di tutti e 5 i sensi, tra profumi di zuppe e mantecati, stappar di bottiglie, tintinnio di bicchieri, chef e lavapiatti in pausa. Sembra di stare nel vicolo di Ratàtuille.

Ovviamente non basta. Ci si mettono anche le cucine casalinghe e multietniche dei vicini a dare manforte. Un profumino misto di soffritto e spezie arriva ad ogni ora del giorno e della notte. La Polonia, l’India, la Grecia, il Marocco. Tutti i popoli in un cortile perché si sa quando sei lontano l’unica cosa che ti fa sentire a casa è la “Tua” cucina, lei ti conforta, ti riscalda e ti accoglie, la distanza è annullata, la magia è servita nel piatto.

La città che mangia sempre

Risultato? Ho sempre fame. Se New York è la città che non dorme mai, per me Londra è la città che mangia sempre. Con questo noi italiani andiamo d’accordo. Credo che siamo l’unico popolo al mondo che mentre mangia parla di cibo. Commentiamo il piatto che abbiano davanti con il ricordo di un altro piatto. “Una volta siamo stati in una pizzeria deliziosa sul lungomare di…Etc…”. O qualcosa di simile, non ditemi che non l’avete fatto tutti almeno una volta.

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“La cucina è amore, è intimità”

Siamo incredibili. Forse ci è rimasto attaccato al DNA il fasto dei banchetti di Lucullo. La cucina è amore, è intimità. Queste cucine multietniche riunite tutte insieme come un vero campo di battaglia. Mi fanno pensare che non c’è guerra quando si mangia, che dopo due dita di vino nel bicchiere puoi parlare di tutto e con tutti, anche col tuo peggior nemico. Nessuno ti sembrerà ostile, perché ha il tuo stesso bisogno, il tuo stesso desiderio e questo unisce inesorabilmente. Londra profuma di tutte le cucine del mondo e questa cosa oltre alle sirene, gli elicotteri che la sorvolano sempre e la polizia,  mi da un senso di eccitazione. Mi fa sentire bene e parte di qualcosa che, si, va verso il futuro ma viene da un passato a cui sento di appartenere.

Le mie finestre sul cortile, tutto il mondo dalla cucina di un ristorante. ultima modifica: 2017-09-13T12:38:24+01:00 da Mara Austen Diamanti

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