Scrivo da un punto imprecisato dell’ Inghilterra
Vicino Londra, immersa in un verde che sembra non finire mai, come il tempo che ci è voluto per arrivare fino a qui, questo è il posto dove i sogni mi hanno portato, la mia Londra o meglio la mia Inghilterra.
Non che non mi senta italiana, anzi
Lo sono tutta e fino al midollo, ma mi sento anche cittadina del mondo e sono a mio agio in qualunque parte vada. I viaggi nella mia fantasia sono cominciati da bambina, quando in prima media vidi l’atlante di geografia, sopra una pila di libri poggiata sulla mia scrivania che doveva essere il campo di battaglia nei tre anni successivi, l’Atlante catturò subito la mia attenzione, sfogliando tutto in anticipo, prima ancora di conoscere il mio insegnante di geografia lo avevo già imparato a memoria, immaginando tutti i paesi.
Appena finivo di studiare, la mia gioia il mio svago, il mio rifugio era l’Atlante di geografia, più che leggerlo lo vivevo. Quel libro ha avuto una vita felice. Macchie di caffè rigorosamente a forma di tazzina, appunti e cerchi a matita.
Mi immaginavo in tutti quei luoghi per ore, nel deserto del Sahara a sfiorare le dune di sabbia sul cammello, ospite presso antiche tribù o lungo le spiagge della Cornovaglia, in un vecchio pub con vecchi tavoli lucidi di quercia, a scrivere accanto alla finestra.
Devo dire che fin da allora già vinceva l’Inghilterra
Ed oggi, che scrivo da questo puntino su quest’isola dell’atlante, posso dire che il mio Viaggio è stato lungo. Il cuore ha attraversato molte tempeste. Sono caduta, ho annaspato, è venuto il buio e ho avuto paura. Ma ora eccomi qui, in salvo sulla terra ferma, il mio posto nel mondo.
Tra tetti di paglia in un verde che sembra non finire mai, sono qui a scrivere in un vecchio pub con vecchi tavoli lucidi di quercia, accanto ad un finestra.