Benvenuta su Italiani a Londra! Grazie per averci concesso l’opportunità di intervistarti! Partiamo subito con la prima domanda: chi è Samanta? Parlaci brevemente di te.
Salve a tutti! Dunque… Vivo a Londra da 5 anni, prima di approdare nel Regno Unito ho vissuto a Genova, Milano Roma, Dublino e Danzica per motivi di studio e di lavoro. Sono mezza ligure e mezza sarda, e già questo potrebbe dare qualche indizio poco rassicurante sul mio carattere! La mia formazione è molto variegata: ancora oggi, pur non essendo più giovanissima (sigh), io stessa faccio fatica a definirmi sul piano professionale. Diciamo pure che sono cresciuta col web, scrivendo per il web; col tempo, ho flirtato con il digital marketing e i social media. Ora sto ri-studiando web development, un vecchio amore. Non è mai troppo tardi!
Com’è stato il tuo primo approccio con la Capitale della Vecchia Britannia?
Ho visitato Londra la prima volta a 17 anni, le orecchie piene di musica anni novanta e diverse ore di MTV negli occhi: erano altri anni – banalmente a dirsi – tornai a casa entusiasta e con un herpes enorme in faccia, forse causato da un’indigestione di snack a buon mercato. Dopo quell’esperienza, visitai la città molte altre volte, per un motivo o per un altro; in Italia ero freelance, lavoravo troppo e mi annoiavo, non vedevo vie d’uscita. Nel 2013 Londra era già una scelta inflazionata, quando ne parlavo tutti sbuffavano e mi dicevano: “Ah, pure tu”. Arrabbiatissima, feci le valigie, anche se male, e partii. E no, da quando sono qui non ho mai più avuto l’herpes!
Spaventata dal Brexit? Qual’è stato il tuo primo impulso subito dopo la vittoria del “leave”? Ti chiedo, da italondoners quale sei, c’è stata davvero una “fuga di massa” subito dopo?
L’idea di abbandonare Londra e il Regno Unito non mi ha mai sfiorata, nemmeno dopo la vittoria del “leave”. E’ difficile capire cosa succederà a partire dal 2019, sicuramente molti italiani (e non) sono scoraggiati sin da adesso e il “sogno londinese” non è più alla portata di tutti, come poteva esserlo fino a pochi anni fa.
Per quanto riguarda la fuga di massa, Londra è sempre stato un porto di mare per cui ahimè non ho dati alla mano per fare un confronto tra il pre e il post Brexit. Per esperienza personale, posso garantire che molti dei miei amici si sono trasferiti altrove, mentre altri stanno pianificando la fuga. Ma ripeto, sono solo vicende circoscritte alla mia sfera personale e non possono contribuire a tracciare un quadro più preciso.
Consigli per chi sta per sbarcare a Londra per motivi di lavoro o studio?
Di lasciare a casa le lamentele, e di prendere l’occasione per divertirsi e imparare. E’ vero che gli standard di vita a Londra non sono gli stessi dell’Italia, ma questo non significa doversi rovinare la permanenza a priori! Inoltre, consiglio di non porsi limiti legati all’età, alla nazionalità, al sesso, etc.
Questa è la città giusta per reinventarsi, qualora lo si voglia (con qualche sacrificio, certo).
Ultima domanda che pongo a tutti gli intervistati: come (e dove!) ti vedi tra dieci anni?
Tra dieci anni mi vedo libera dalla vita da ufficio e impegnata a lavorare per i fatti miei da qualche luogo assolato! Spero di restare curiosa e di non smettere mai di imparare… però non a Londra, ma in qualche località di mare!?