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INTERVISTE ITALIANI A LONDRA

Intervista a Michele Pascarella – imprenditore italiano a Londra

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Raccontiamo – e racconteremo – storie di giovani start upper, imprenditori italiani in terra “straniera”, come quella di Michele Pascarella. Con i loro dubbi, la loro forza ed i loro sogni. Con la realtà che vivono quotidianamente, tentando di scovare / scoprire i segreti del loro successo. Sono spesso storie che riappacificano col mondo chi le legge. Che donano a loro volta il coraggio di iniziare una nuova attività, di costruire solide basi per un futuro che non è propriamente roseo. Che scuotono le coscienze ed animano, vibrano e caricano il lettore che viene trascinato nel loro mondo fatto si di lavoro ma anche e soprattutto di bellissime soddisfazioni.

Iniziamo questo piccolo tour con un’intervista a Michele Pascarella, giovane imprenditore che con la sua idea di pizza tradizionale made in Italy sta letteralmente inondando di bontà la capitale inglese e non solo.

Michele Pascarella

Michele Pascarella

Michele grazie per aver accettato quest’intervista! Partiamo subito con la prima domanda: com’è iniziato tutto? Come hai scelto il tuo futuro?

Ciao Stefano, grazie a voi! Necessità economica, voler essere autonomo e avevo voglia di scoprire il mondo del lavoro. Queste sono le tre componenti che mi hanno introdotto in questo fantastico mondo. Crescendo in una realtà difficile come la mia non hai la “forza” di scegliere il tuo futuro. Mi sono ritrovato a guadagnare 30€ a settimana ad 11 anni. Qualcuno griderebbe alla vergogna, per me però sono stati i momenti lavorativi più importanti, sono maturato più di quanto dovessi.

Quali sono i pro e i contro di una piazza come l’Inghilterra per il settore alimentare? So che tra fiere, festival e affini, di cui gli UK sono ricchi, i food truck e lo street food animano eventi in abbondanza… c’è troppa domanda? O solo troppa offerta?

Qui ti lasciano esprimere il tuo talento e le tue idee. Ti danno servizi maggiori e cercano di agevolarti nell’apertura di un business. Sono precisi ed i tempi burocratici non sono lunghi. Il problema è che non hai molto tempo a disposizione. Londra è una città difficile ed incrementare il proprio business è tutt’altro che facile. Credo che Londra e lo street food siano un matrimonio perfetto. La domanda aumenta perché sta cambiando il modo di vivere e la mentalità delle persone. Il tempo per un pranzo è sempre più difficile da trovare ed incontrare gli amici è una scalata quasi impossibile, se non programmata settimane in advance! Quindi lo street food è l’ideale. L’offerta invece andrebbe aumentata di qualità.

I rischi del settore che immagino tu abbia analizzato prima di aprire l’attività quali sono? A cosa può andare incontro un giovane imprenditore del tuo ramo che decide di investire, come te, nell’enogastronomia? Hai consigli da dare?

Lasciare un lavoro sicuro ed investire su te stesso e sul tuo talento è di per sé un rischio ed una dimostrazione di coraggio. Inizi il mese con una tabella bianca e devi riempirla sino al 31, altrimenti niente stipendio. Le proposte ed i cambiamenti vanno di pari passo ed è difficile prevedere cosa succeda il giorno dopo, quindi, occhi aperti! Bisogna dare ai clienti la genuinità e raccontare la propria storia con il proprio piatto. Il sacrificio e la passione, sono la chiave del successo. Non bisogna arrendersi mai.

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“Lasciare un lavoro sicuro ed investire su te stesso e sul tuo talento è di per sé un rischio”

Con quale criterio hai scelto il posizionamento dei punti vendita – postazioni che hai inaugurato? C’è, immagino, tutto uno studio dietro rispetto alla concorrenza piuttosto che alla tipologia del cliente tipo.

È una domanda difficile, perché Londra è una città particolare… Ti racconto un aneddoto. Prenotammo il nostro posto per un big event in Oxford Circus, c’erano circa 25k persone e preparammo tantissime pizze, ma alla fine non facemmo nemmeno il 10%. Per lo street food non è facile trovare ottime piazze all’inizio di un percorso. La pazienza, la costanza e l’esperienza mi hanno portato a capire che piazze piccole sono più remunerative, avendo più tempo per curare meglio il cliente.

Ultima domanda – e grazie ancora per la tua pazienza! Come ti vedi fra dieci anni?

Questa è la domanda più facile! Tra 10 anni mi vedo a fare pizze dietro un banco, come per tutta la vita.

Non ne hai bisogno ma ti facciamo ugualmente un grande in bocca al lupo!

Intervista a Michele Pascarella – imprenditore italiano a Londra ultima modifica: 2017-09-06T09:30:54+01:00 da Stefano Labbia

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