Il Vallo di Adriano, in latino Vallum Hadriani, ancora oggi visibile nella sua troneggiante imponenza, era una imponente fortificazione in pietra. Eretta nella prima metà del II secolo, per volontà dell’imperatore Adriano, essa delineava il confine tra la Britannia e la Caledonia. L’importante fortificazione corre per 117 km, ovvero circa 80 miglia romane, da Wallsend, sul fiume Tyne, sulla costa del Solway Firth.
Il Vallo di Adriano
Questa fortificazione divideva quindi di fatto l’isola in due parti. Essa è completamente in territorio inglese, e rimane a sud del confine della Scozia per 15 km ad ovest e per 110 km ad est. Il vallo venne costruito per prevenire le incursioni delle tribù dei selvaggi Pitti che calavano da nord. Ancora oggi, il Vallo indica il confine tra Scozia e Inghilterra, anche se il muro non segue esattamente il confine attuale.
Per moltissimo tempo, il muro rappresentò il confine settentrionale dell’Impero Romano in Britannia. Era inoltre il confine più pesantemente fortificato dell’intero impero, per via dell’aggressività degli indigeni. Andare oltre il Vallo di Adriano era considerato pericolosissimo, poiché ci si avventurava in luoghi selvaggi, e abitati da tribù estremamente aggressive. Nel tempo, oltre al suo impiego come fortificazione militare, si ritiene che le porte d’accesso al vallo siano servite come dogane per la tassazione delle merci.
Il Vallo di Adriano o Roman Wall
Ancora oggi possiamo visitare una consistente parte residuale del Vallo. Parliamo per lo più della parte centrale. Il Vallo, per gran parte della sua lunghezza, può essere seguito a piedi, e costituisce un’importante attrazione turistica. A tal proposito, il muro è diventato patrimonio dell’umanità dell’UNESCO nel 1987. La strada A69 segue il percorso del muro da Newcastle-upon-Tyne, e fino a Carlisle.
Aulo Platorio Nepote.
Quindi prosegue attorno alla costa settentrionale della Cumbria. L’imperatore artefice del Vallo, trovandosi nell’area interessata, trovava difficoltà d’azione non solo in Britannia, come in altre zone. Quindi si risolse a ristabilire ordine con decisioni drastiche. Nondimeno, la costruzione di un imponente muro, avrebbe rappresentato un simbolo della potenza romana, sia nella Britannia che a Roma. Ragion per cui, la costruzione ebbe inizio tra il 122 e il 128 d.C. Si occupò dei lavori il governatore di Britannia, Aulo Platorio Nepote.
Hadrian’s Wall
La struttura venne completata impiegando i soldati di tutte e tre le legioni presenti in Britannia. I lavori durarono circa dieci anni. Il percorso seguito dal Vallo, andava da Stanegate, Carlisle fino a Corbridge, già difesa da un lime e da diversi forti ausiliari come quello di Vindolanda. Il muro era sorvegliato da vexillationes legionarie e unità ausiliarie dell’esercito romano. Il loro numero oscillava sempre intorno ai 9.000 uomini, compresa fanteria e cavalleria. Purtroppo, queste unità subirono attacchi prima nel 180, e poi tra il 196 e il 197. Dopo varie insurrezioni dei Pitti, s’intraprese un restauro e una consistente opera di ricostruzione del muro sotto Settimio Severo. L’imperatore, operò una decisiva repressione contro le tribù sanguinarie, infatti, la regione limitrofa alla muraglia rimase pacificata per gran parte del III secolo. La presenza romana nell’area è da considerarsi importante per le innovazioni che con il tempo gli autoctoni hanno acquisito.
I Pitti
Popolazioni estremamente arretrate conobbero così la scrittura, videro l’ingegneria civile e sorgere città e il progresso. A tal proposito, come da tradizione romana, giunsero in queste terre inospitali, coraggiosi e valenti coloni. Inoltre, molti membri delle guarnigioni s’integrarono con le comunità locali. Nel IV secolo una delle unità stanziate lungo il Vallo di Adriano fu la legio pseudocomitatense Defensores Seniores, in accordo con la Notitia Dignitatum. Con il ritiro dell’esercito, il muro cadde in disuso. Gran parte delle pietre vennero poi riutilizzate per la costruzioni di edifici locali. Infine, il prelievo delle pietre da riutilizzare, continuò fino al XX secolo.