Intervista a Francesco Errede - itLondra

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INTERVISTE ITALIANI A LONDRA

Intervista a Francesco Errede

Francesco Errede

In questi ultimi mesi su itLondrabbiamo raccolto moltissime testimonianze di italiani residenti in Inghilterra, oggi abbiamo avuto il piacere di intervistare il Dott. Francesco Errede per ascoltare la sua testimonianza di italiano residente in Inghilterra.

Dott. Francesco Errede, vale la pena trasferirsi nella Terra d’Albione e in qualche modo rischiare, scommettere sul Regno Unito, oggi come oggi? Lo chiedo a Lei alla luce delle Sue esperienze e di quelle che può aver vissuto indirettamente.

Salve, prima di tutto la ringrazio per questa opportunità.
Sicuramente c’è una certa porzione di aspiranti emigranti che pensa a Londra come una destinazione a breve termine, magari per migliorare linglese o aggiungere questa esperienza al proprio portfolio di vita”. Da questo punto di vista, almeno nel breve e medio termine, le cose non dovrebbero cambiare anche con la Brexit e quindi il Regno Unito e Londra soprattuto restano ancora una delle più valide opzioni per accumulare esperienze lavorativa o studio.
Per chi invece sta pensando di trasferirsi in maniera permanente, le cose potrebbero essere più complesse e richiedono ulteriori valutazioni.

London Eye a South Bank

London Eye a South Bank

Qual’è il suo legame con Londra e l’Inghilterra?

Mi sono trasferito in Inghilterra circa 6 anni fa, inizialmente per un master di un anno a Oxford, e poi a Londra per lavorare come architetto. Londra dal punto di vista professionale é sempre stato un sogno e lambizione mi ha portato, un passo dopo l’altro, a raggiungere quello che in fondo ho sempre voluto. Ovviamente non sono mancati i sacrifici e le rinunce. Vivere in una città cosi grande e frenetica é a tratti bellissimo (perché ti senti parte di una realtà lavorativa multiculturale che funziona) ma a tratti anche sofferenteper tutti i contro che vivere in una città di oltre 10 milioni di abitanti si porta dietro: lunghi spostamenti, costi della vita elevati e tempo libero calcolato quasi al minuto. In me convivono sentimenti contrastanti che variano ogni giorno con i quali ho imparato a convivere.

Le domando una Sua personale considerazione sul Brexit: pro o contro? Come cambierà secondo Lei il mondo del lavoro per gli italiani ma anche per gli stranieri in genere, in UK?

Essendo italiano e avendo ascoltato anche di persona le argomentazioni a favore del Brexit é davvero difficile esserne a favore.
Ovviamente dopo il referendum le incertezze sono aumentate e qualche timore c’é. A mio avviso il problema non sarà di natura migratoria (rimpatri, problemi con i visti ecc sono molto improbabili) ma concerne lo stato di salute delleconomia britannica che potrebbe nelle peggiore delle ipotesi soffrire dalluscita dell’Unione Europea e soprattutto dal mercato unito. Questo potrebbe ripercuotersi sul mondo del lavoro che stava finora andando a gonfie vele.
Un certo cambiamento forse potrebbe avvenire anche a livello sociale, soprattutto in caso di “hard Brexit”. A Londra é sempre stato riconosciuto il suo carattere multiculturale, una ricchezza che ha contributo a renderla una tra le piú importanti capitali Europee. Tutto ciò dopo la Brexit potrebbe, seppur molto lentamente, cambiare.

Francesco

Le differenze tra mondo lavorativo italiano e mondo lavorativo inglese quali sono – se ci sono, ovviamente? E in cosa l’uno deve imparare dall’altro e viceversa?

Le differenze ci sono e penso partano giá dalle università! Qui sono molto più orientate alla pratica e ad immettere i giovani nel mondo del lavoro in modo più diretto.
Penso che l’Italia abbia tanto da imparare sicuramente per quando riguarda la meritocrazia e ahimè’ anche una equa retribuzione su molti settori (chi come me fa l’architetto purtroppo lo sa molto bene). Poi un’altra cosa molto importante é la quantità di responsabilità che qui a Londra viene data a gente straniera come me, magari anche appena arrivata e che invece in Italia si sente dire troppo spesso che c’é sempre da imparare prima di poter fare qualcosa. Evidentemente qui pensano, giustamente, che solo facendo, e magari anche sbagliando, si impara.
Sicuramente ci saranno cose che anche gli italiani possono insegnare sul lavoro, penso allo spirito di adattamento e all’idea di trovare sempre un modo diverso e più efficiente di fare le cose. Però se si parla di struttura e organizzazione lavorativa, allora secondo me, davvero non c’é storia.

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Un consiglio che darebbe ad un giovane italiano indeciso se partire o meno per l’Inghilterra alla ricerca di un lavoro?

Londra ha cambiato totalmente non solo la mia vita ma soprattuto il mio modo di pensare e di affrontare i problemi, quindi in generale non posso non consigliare Londra dal punto di vista personale per tutte le esperienze ed emozioni che mi ha dato e che saranno sempre utili ovunque vada.
Per quanto riguarda strettamente il lavoro, la consiglierei sicuramente se le aspettative sono nel breve periodo. Se invece si hanno aspettative più a lungo termine ed esistono situazioni più complesse dove non ci si può permettere di rischiare, allora probabilmente direi di pensarci su un po´ di più ed eventualmente aspettare gli esiti dellaccordo sul Brexit per maggiore chiarezza.
Sicuramente un consiglio che mi sento di dare é quello di informarsi prima di partire ed essere determinati! L’approccio un pò a casaccio del “vado e vedo un pò che succede” senza avere un piano preciso può infatti rivelarsi molto deludente.

Grazie Dott. Errede per la disponibilità e la professionalità dimostrata!

Intervista a Francesco Errede ultima modifica: 2018-07-18T09:30:42+01:00 da Stefano Labbia

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