Jack the ripper, così si firmava attraverso le lettere con cui contattò, sfidandola, Scotland Yard. Le sue vittime furono cinque donne che vivevano nei bassifondi della Londra vittoriana. La prima polizia scientifica è nata grazie alle indagini svolte su questi efferati crimini. Molti sciacalli scrissero alla polizia, dichiarandosi l’assassino ma solo tre di queste lettere sono state ritenute autentiche. La terza e ultima è particolarmente inquitante. L’omicida nel mittente scrisse: “From hell“.
Jack the ripper e i bassifondi
Siamo tra l’estate e l’autunno del 1888, nella Londra vittoriana degrado e povertà sono all’ordine del giorno. Fame e sfruttamento di donne e bambini rendono la città oscura e pericolosa, specialmente dopo il tramonto. E’ in questo contento che un misterioso assassino miete cinque vittime tra le prostitute della zona. Il primo omicidio avviene il 31 Agosto, l’ultimo il 9 Novembre 1888. Ufficialmente sono cinque gli omicidi attribuiti al serial killer, ma sarebbero almeno altre sette , le donne vittime dello stesso “modus operandi” di Jack lo squartatore.
Scotland Yard e la prima vera C.S.I
Scotland Yard nel 1888, è agli albori. Nel 1821 l’allora ministro dell’interno Robert Peel, fece approvare una legge in parlamento che prevedeva l’istituzione di un corpo di polizia metropolitana. Entrerà a pieno regime solo nel 1849, dopo una serie di efferati crimini, quando verrà rinforzata e creata una vera e propria squadra anticrimine. Al tempo uno dei maggiori detective che investigò sul caso fu Sir Meville Macnaghten. Scrisse un memorandum in cui individuò tre possibili sospettati: Montague John Druitt, Michael Ostrog e Aaron Kosminski, ma nessuno di loro fu mai accusato.
il profilo psicologico di Jack the ripper
Su incarico degli investigatori, il dottor Thomas Bond, cercò di redigere un profilo psicologico dell’assassino. Il Dottor Bond assistette alle autopsie e da questo dedusse che l’omicida era un solo individuo, maschio, fisicamente prestante e impertubabile. I delitti erano di natura sessuale, con tratti di misoginia. Molto probabilmente era di estrazione sociale elevata, di mezza età, forse un aristocratico. Si muoveva con disinvoltura nel quartiere, sembrava conoscere la zona e come scomparire velocemente, probabilmente ci lavorava.
Il profilo moderno dell’FBI
Anche i moderni profiler dell’FBI hanno stilato un profilo, in base ai documenti dell’epoca, e sono di parere diverso da Thomas Bond. Eccolo: “…individuo maschio bianco, di età compresa fra i 28 e i 36 anni, con un’infanzia caratterizzata da una figura paterna assente o passiva. L’omicida probabilmente viveva o lavorava nell’area di Whitechapel ed esercitava una professione in cui poteva legalmente soddisfare le sue tendenze distruttive ma comunque di modesta estrazione sociale. Probabilmente era l’assistente di un medico o forse esercitava un lavoro umile come il macellaio o l’artigiano. L’omicida molto probabilmente aveva un qualche difetto fisico o forse era afflitto da qualche grave malattia, entrambi condizioni che potrebbero aver causato in lui una grande frustrazione o rabbia”.
IL DNA svelato?
Per le indagini furono applicate le più moderne tecniche, fu persino tentato di fotografare le pupille delle vittime sperando di ricavarne un’immagine dell’assassino. Nonostante gli sforzi però, mai nessuna prova decisiva ad inviduare il colpevole fu trovata. Recentemente è stata esaminata una traccia di DNA sullo scialle di una delle vittime, Catherine Eddowes. L’esame ha svelato l’identità del terzo sospettato di Sir Meville Macnaghten. Si tratta di Aaroon Kosminskin, un barbiere polacco immigrato a Londra. Era lui Jack lo squartatore? Molti studiosi sollevano dubbi, in quanto non è possibile stabilire se lo scialle si trovasse sul luogo del delitto. Il caso criminale più famoso della storia della Gran Bretagna è ancora aperto.