Imparare l’inglese: consigli utili, riflessioni ed esercizi

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Imparare l’inglese: consigli e riflessioni

Imparare L'inglese

Imparare l’inglese. Un dovere, non solo per confrontarsi con il mondo del lavoro. Seconda lingua parlata al mondo – la prima è il cinese solo per numero di abitanti – l’inglese, senza poi tanto affanno, si è ritagliato da qualche decennio un bel primato di prestiti linguistici. Il nostro vocabolario sfoggia singole parole, termini (tecnicismi) ed espressioni linguistiche attingenti ad ogni settore. Come non ricordare la triste entrata di Bufu, (by us fuck you) che stigmatizza il nostro forse non tanto conosciuto turpiloquio?

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Informatica, social network, cronaca, marketing. Grandi tasselli della vita quotidiana che si intersecano e ci spingono sempre più ad imparare – vuoi o non vuoi – l’inglese.
Ma se vuoi imparare l’inglese, devi andare all’estero. Risuona così il leitmotiv che accompagna i lauti pasti in compagnia di tanti amici e parenti. Certo, imparare la lingua sul campo è l’ideale, ma non rappresenta l’unico modo. Non tutti possono permettersi di fare un’esperienza all’estero per imparare o affinare nuove competenze linguistiche e finalmente imparare l’inglese. Prima di tutto, è bene chiedersi per quale fine voler acquisire una nuova lingua, definire quindi gli obiettivi.

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Va da sé che gli esperti del settore quali interpreti, traduttori, mediatori culturali sono obbligati a vivere il paese straniero almeno per un periodo di tempo più o meno prolungato e seguire corsi di lingua specifici. Ma questo i professionisti già lo sanno. La maggior parte delle persone che impara l’inglese, tuttavia, anche se per scopi lavorativi, non mira a padroneggiare la lingua come un nativo che pensa e interloquisce con sé nella sua lingua madre.

Imparare l’inglese: quanto si è disposti a mettersi in gioco

Ergo, a quale livello linguistico mirate? Cosa intendete per imparare l’inglese? Spesso sento dire che inglese, spagnolo e francese sono lingue facili. L’inglese avrebbe una struttura molto più semplice di quella italiana ed è una lingua intelligente. Lo spagnolo si capisce facilmente perché affine. In francese, invece, “me la cavo perché l’ho studiato a scuola”. Concetti generalisti figli di un approccio piuttosto naïf, richiamano a gran voce il supporto di ragionamenti più salienti. Se per saper parlare una lingua intendete farsi capire, allora sì, il pensiero è facilmente condivisibile.

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In viaggio o a tu per tu con uno straniero basta avere un livello A2 per interloquire in modo tale da farsi capire, magari con l’aiuto della prossemica (che tra l’altro varia da cultura a cultura). Ma parlare una lingua non vuol dire essere in grado di far arrivare un messaggio da A a B. Vuol dire creare frasi di senso compiuto e corrette dal punto di vista lessicale, grammaticale e sintattico sia nella comunicazione orale che scritta e saper adattare il proprio registro linguistico in base al contesto. Se vuoi veramente essere padrone di un discorso, accompagna la tua volontà con una buona dose di determinazione e sacrificio. Acquisire nuove competenze linguistiche è un processo laborioso ma che porta con sé anche grande soddisfazione.

Costanza, determinazione e studio da casa

Innanzitutto, come già accennato, dai un nome e una forma alla tua sete di conoscenza investendo energie e tempo adeguatamente al tuo scopo. Stabilisci un tempo minimo da spalmare giornalmente, nell’arco di una settimana o di un mese. Fare full immersion può togliere il senso di colpa ma i veri risultati si portano avanti con un’azione lenta e costante. Mixa incontri a tu per tu con uno o più madrelingua con lo studio autonomo. Se non vuoi investire su un professionista in lezioni private, utilizza piattaforme social e passa parola per trovare un semplice madrelingua (nato e cresciuto nel paese straniero) disposto a fare incontri.

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Esiste anche la soluzione tandem: un do ut des linguistico che consiste in uno scambio reciproco. In tal modo, non si spende un centesimo e ognuno dei due interlocutori parlerà nella sua lingua madre, apportando un incredibile beneficio all’altro. Approfitta di aperitivi linguistici e qualsiasi tipo di incontro, anche puramente ricreativo, che ospiti anglofoni. Per i più fortunati che risiedono a Roma, poi, il gioco è fatto. Dedica una o due giornate lavorative a settimana in un centro di informazioni turistiche. Sarai obbligato a metterti in gioco e a comunicare esclusivamente il lingua. Infine, il lavoro a casa: podcast, video call di insegnanti su Skype e tutorial amatoriali, traduzioni e un’infinità di esercizi da fare con risultato e controllo finale. Infine, scarica un’app per imparare l’inglese nei ritagli di tempo e ricorda sempre di portare in borsa un buon libro. Per gli esercizi ti consiglio “Assimil”, per i testi di narrativa a te la scelta!

Imparare l’inglese: consigli e riflessioni ultima modifica: 2018-11-29T09:00:11+00:00 da Flavia Del Treste

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