Il 13 Settembre 2021 ricorrono 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, il padre della lingua italiana. Ed è subito Dante mania. Il 2021, appena iniziato, vedrà per la seconda volta le celebrazioni mondiali per il nostro poeta. Insieme alla riscoperta della lingua italiana.
Il 25 Marzo è Dantedì
Il 25 Marzo, data che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia, si celebra il Dantedì. La giornata dedicata a Dante Alighieri, istituita per la prima volta dal governo lo scorso 2020. Il sommo Poeta è il simbolo della cultura e della lingua italiana, ricordarlo insieme è un modo per unire ancora di più il Paese in questo momento difficile, condividendo versi dal fascino senza tempo.
Il 2021 e la riscoperta della lingua italiana, accompagnati dall’Accademia della Crusca
Per ciascuno dei 365 giorni dell’anno dantesco, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021, nel sito Internet dell’Accademia della Crusca apparirà una diversa parola o espressione di Dante Alighieri arricchita da un breve commento, pensato per raggiungere il pubblico più ampio. Si tratta di locuzioni, motti, latinismi, neologismi creati dall’autore della “Divina Commedia“, che in gran parte fanno ancora parte del nostro patrimonio linguistico. La parola di Dante è fresca di giornata, nonostante i 700 anni che ci separano dalla morte del Sommo Poeta.
“Color che son sospesi”
L’Accademia pubblicherà 365 schede dedicate alla sua opera: affacci essenziali sul lessico e sullo stile del poeta, con brevi note di accompagnamento. La parola di Dante fresca di giornata è un’occasione per ricordare, rileggere, ma anche scoprire e approfondire la grande eredità linguistica lasciata da Dante. A Londra gli eventi si svolgeranno on line sul sito dell’Istituto di cultura italiana.
Il 2021 e le parole di Dante nella lingua italiana
Ecco alcune delle parole “fresche di giornata”, pubblicate in questi primi giorni dell’anno.
- Color che son sospesi: È detto da Virgilio parlando di sé, perché sta nel Limbo, ma è passato nell’italiano come forma proverbiale per indicare uno stato di incertezza e di attesa.
- Bella persona: Espressione con cui Francesca da Rimini si riferisce al proprio corpo, di cui Paolo si innamorò e da cui l’anima è stata violentemente separata. Dante la usa in senso fisico. Oggi l’espressione si riferisce invece a chi ha doti morali (generosità, lealtà, ecc.).
- Intuarsi: Neologismo dantesco formato sul pronome personale tu e usato, insieme a inmiarsi, per esprimere la compenetrazione degli spiriti beati.
- Biancovestito: “Vestito di bianco”. Aggettivo usato in funzione attributiva, riferito a un angelo. È un composto in cui, come nelle lingue classiche, la testa (propriamente un participio passato) occupa la seconda posizione, modello per altri analoghi aggettivi usati nella lingua letteraria posteriore.
La Divina Lingua
Riscoprire la bellezza insita in ogni parola, che verosimilmente è traducibile e intraducibile allo stesso tempo. Come se fosse la locuzione stessa un divino trasporto dell’anima, oltre che un moto mentale. Il linguaggio di Dante è strettamente connesso alle emozioni. Tanto sommo e tanto abissale da essere capace di sprofondarti all’inferno o elevarti in paradiso con un solo intraducibile verbo. Dante Alighieri prende le lettere le tagliuzza e poi le ricompone. Non prima di averci guardato dentro come un’autopsia letteraria, fino a trovarne le cause della morte e della vita. Fino ad elevarle a stato di Lingua eletta da un popolo o, forse, è stata quella lingua ad eleggere quel popolo.