Vivere e lavorare nel Regno Unito: è un sogno che a quanto pare non si allontana, anzi! Che gli italiani siano inaffondabili, “resilienti” come si dice oggi, e capaci di trasformare ogni situazione complicata in una dimensione a proprio favore, non stupisce affatto. Il Regno Unito si conferma come destinazione maggiormente raggiunta; ciò nonostante alla grande incognita della crisi pandemica imperante ormai da due anni.
Vivere e lavorare nel Regno Unito
Da due anni il #Covid ci sta falcidiando e rendendo la vita difficile sotto ogni aspetto. Il Regno Unito è uscito dall’Europa, ma questo non ferma la “gens italica”, a quanto pare, che continua ad andare verso le terre britanniche in cerca di fortuna. Ciò emerge chiaramente dal “Rapporto Italiani nel mondo 2021”. Probabilmente la complessa congiunzione economica italiana e le difficoltà lavorative, hanno ottenuto l’effetto propulsivo di incentivare l’emigrazione verso il nord.
Rispetto ai decrementi di tutti gli altri Stati, il Regno Unito registra un aumento del +33,5% di presenze. Ciò chiaramente induce ad approfondire le motivazioni di questa “emorragia umana”. Con il post Brexit, sono aumentate in modo esponenziale le difficoltà e i paletti che impediscono o rendono più difficile la permanenza nel Regno Unito. Eppure tutto ciò non ha frenato gli italiani.
Emigrazione italiana verso il Regno Unito
Al riguardo, delle oltre 33 mila iscrizioni in quel Paese, il 45,8% riguarda solo italiani che vanno dai 18 e i 34 anni. Di questi, il 24,5% sono minori e il 22 % sono giovani-adulti tra i 35 e i 44 anni. Ben sappiamo, quindi, che la presenza italiana tipica in Gran Bretagna, è fatta di giovanissimi e meno giovani, così come di nuclei familiari interi con minori che hanno lasciato il Belpaese.
Oggi quindi la Brexit fa emergere il fenomeno in modo più chiaro e assolutamente corposo. C’è stato un evidente incremento registrato anche nell’ultimo anno nonostante la pandemia. Lo attesta la procedura di richiesta del “settled status”, un permesso di soggiorno a tempo indeterminato. Tale permesso serve a comprovare una residenza continuativa su territorio inglese da cinque o più anni. Questo intero arco temporale non deve mai essere interrotto per più di sei mesi su dodici.
Settled status permesso di soggiorno
Deve esserlo all’interno del quinquennio a cui si fa riferimento. Quindi ai primi posti delle mete europee scelte, primeggia il Regno Unito (33.293), segue la Germania (13.990) e la Francia (10.562) che, da sole, coprono il 52,8% del totale.
La qualità della vita in queste nazioni continua ad essere molto alta, specie in UK, dove un italiano con un’ottima formazione scolastica ha, non solo la possibilità di trovare lavoro, ma anche di avere una retribuzione molto alta, più che in Italia. Solo l’anno scorso gli emigrati tra i 35 e i 64 anni di età hanno rappresentato il 35% del totale, con un incremento del 24% negli ultimi 5 anni.
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Ottimo articolo 🙌