Duran Duran in Italy, l’ennesima tournée dagli anni ’80 ed è sempre come la prima volta. Chi vi scrive lo fa con cuore duraniano che palpita al risuonare di quelle note. Tutto passa, ma loro no, i Durans’ restano e quando parte la musica, è come tornare ai tempi di “Rio”, che compie proprio quarant’anni.
Duran Duran in Italy
Si rimescolano emozioni infinite, in questo reportage che sa di mille ricordi. Quindi c’erano anche loro per “La prima estate” al lido di Camaiore. Erano attesissimi e del resto hanno sempre avuto un rapporto unico con noi italiani. Ancora una volta non hanno deluso le aspettative.
Simon Le Bon, John Taylor, Nick Rhodes e Roger Taylor sono stati i protagonisti indiscussi della terza giornata de La Prima Estate per la loro unica data italiana. Naturalmente non c’è Andy, ma se hai il cuore duraniano, sai che nonostante le giravolte e le porte sbattute, un pezzetto di lui c’è sempre. Lui è un’anima rock, solo rock e ci sa fare. Qualcuno dice che se negli anni ’80 fosse rimasto più a lungo in Italia, sarebbe potuto diventare il chitarrista di Vasco. Poche chiacchiere, il concerto è iniziato con “Wild Boys”, facendo esplodere subito l’energia di gente che già conosci.
Union of the snake
Finalmente abbiamo potuto ascoltare dal vivo “Invisible”, “All of you” e io adoro “View to a kill”, ma poi anche “Notorious”. Si accende “Union of the snake”, tra le mie preferite, e poi “Come undone”, “Give it all up”. “Reflex” fa tornare indietro al video con Simon e la sua camicia bianca. Poi ad un certo punto, Simon ha detto: “Vogliamo dedicare la prossima canzone, Ordinary world, al popolo ucraino, colpito dalla guerra. Nonostante tutto quello che sta accadendo, non dobbiamo mai rinunciare alla speranza”. Poi è partita la canzone ed eravamo pressappoco circa metà concerto.
E giù un applauso scrosciante. Essere i Duran Duran vuol dire molto. Stiamo parlando di una delle band più longeve del pop britannico, che non hanno mai avuto paura di cambiare e sperimentare. Possono vantare una produzione ricchissima, e hanno suonato in tutto il mondo; girandolo per quarant’anni.
Duran Dura nella Rock and Roll Hall of Fame
I Duran Duran hanno creato uno stile e influenzato il costume. Noi italiani li abbiamo amati di più e gli abbiamo costruito attorno un romanzo di glamour, cultura popolare e altro ancora. Uno dei segreti è la voce di Simon, naturalmente intonata, rotonda e piacevole; di quelle che non dimentichi. Nick, la mente imprenditoriale, capace con disinvoltura di passare da Andy Warhol, produzioni parallele e da Nile Rogers, un mito che scelse proprio loro.
Simon ha parlato con il pubblico in più occasioni durante il concerto, un vero spettacolo. Tanti, davvero tanti i fan sin dalle prime ore del pomeriggio, in attesa dell’apertura dei cancelli. Alle 17.00 in punto le prime corse della fiumana delle magliette scure con le scritte per guadagnare le transenne, per i posti migliori. E l’altra sera, dopo quasi cinque anni dall’ultimo concerto eccoli ancora. Stanno anche per entrare nella Rock and Roll Hall of Fame, sempre gli stessi.
Duran Duran in Italy a quarant’anni dall’album Rio
Sappiamo che poco tempo fa c’è anche stato il plauso di Nick per i Maneskin. Ha un grande valore un complimento ad un musicista italiano da parte di Nick Rhodes, visto che non ha mai fatto mistero di adorare solo la musica classica italiana come Verdi o Puccini. Lui che con John è andato di recente agli Uffizi, dove a quanto pare parlando con gli addetti ai lavori, si è speso in complimenti per la bellezza della nostra lingua. L’arte italiana sì, ma differentemente da altri, i Duran Duran non hanno mai abbracciato simboli politici o religiosi.
Questa linea è sempre stata voluta sempre da Nick, perché ognuno ha le sue opinioni, però la musica della band ha sempre voluto unire, un po’ come la loro regina. Al riguardo, lo scorso 4 giugno si sono esibiti a Buckingham Palace in occasione del Giubileo di Platino della Regina Elisabetta II.
BussolaDomani Lido di Camaiore
E anche Londra era in delirio. D’altra parte come puoi non fare il tifo per chi ha il coraggio di rinnovarsi sempre? Pensiamo all’ultimo progetto Future Past (uscito lo scorso ottobre). Un video che genera immagini, i primi a farlo. Ed eccoli al festival La Prima Estate, al Parco BussolaDomani del Lido di Camaiore. A metà strada tra Milano e Roma, hanno scelto di esibirsi anche per questo. Il concerto è continuato con “Friends of mine”, “Ordinary world”, “Tonight united”; l’immortale “Planet earth”, “Hold back the rain”, oppure “Hungry like the wolf”, inarrivabile, e “Gils/Acceptable in 80’s”. Se vuoi capire chi sono i Duran Duran, devi ascoltare Rio, dopo quarant’anni è sempre un album bambino, fresco e mitico. L’ultima canzone di quasi due ore di show è stata proprio “Rio”, cantata da tutti i presenti con i lucciconi.
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