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STORIA STORIE

Arginare il contagio delle malattie è possibile leggendo la storia

arginare il contagio - scultura della Regina Victoria

Arginare il contagio delle malattie è un principio che è stato molto importante nella storia d’Occidente. I Greci e i Romani, per esempio, non usavano il sapone. Essi usavano lo strigile per eliminare le impurità e gli “oli” per detergersi. Frequenti bagni, abluzioni e le terme, erano fondamentali per l’igiene.

Arginare il contagio

L’esercito romano, per primo nella storia era organizzato in modo da scongiurare epidemie. I soldati dovevano lavarsi, sbarbarsi, tagliarsi i capelli e pulire l’equipaggiamento. All’epoca era chiaro che se un soldato si ammalava, contagiava un’intera legione, principio del tutto sconosciuto fuori dalla cultura romana. Sempre i romani, con acquedotti e terme, misero in pratica le raccomandazioni sull’igiene.

arginare il contagio - Sapone alla lavanda artigianale
sapone artigianale

A Roma, quindi undici acquedotti portavano quotidianamente un miliardo di litri d’acqua corrente e garantivano a più di un milione di persone di bere, e lavarsi. Le terme si trasformarono col tempo in stabilimenti termali e centri-benessere con integrazione di un centro estetico nel senso in cui lo intendiamo noi. Fu allora che si rafforzò l’idea che la pulizia allontanava le epidemie. Nel periodo imperiale si diffuse un sapone che era costituito da ceneri vegetali e grasso animale, e anche con pietre pomici e pietre fatte d’argilla.

Arginare il contagio e l’igiene dei romani

Sempre riguardo lo scongiurare epidemie, in Grecia esisteva un “assessorato” che dirigeva il lavoro degli gli spazzini. Essi dovevano portare i rifiuti ad almeno due chilometri dalla città. Il sapone invece, dal Rinascimento fino all’Illuminismo, in Europa e l’uso dell’acqua per bagnarsi erano sconsigliati o addirittura vietati dai medici, cosa che agevolò le epidemie.

arginare il contagio - Pasteur in laboratorio
Louis Pasteur – fonte foto – Wikipedia- pubblico dominio

L’acqua, secondo i medici, apriva i pori, attraverso i quali entravano le malattie. Fare il bagno era raro, e se accadeva di farlo, era consigliato un giorno a letto per recuperare l’indebolimento del corpo. Tuttavia, all’epoca, specie in Francia, si faceva largo uso di profumi e ci si puliva “a secco”, con crusca, sabbia e cipria. Le reggia di Versailles in principio aveva molte sale da bagno, ben preso dismesse, perché non si usavano. Ovunque c’erano cumuli d’immondizia e le malattie falcidiavano più i ricchi che i poveri.

Igiene nella Londra Vittoriana

Inoltre,  la stessa Londra, a metà Ottocento, versava in pessime condizioni igieniche, in particolare il quartiere di Soho. Esso fu sconvolto da un’epidemia di colera imputata dagli esperti vittoriani ai miasmi dell’inquinamento. Un grave problema era l’odore terribile dei cimiteri, che in alcun modo si riusciva ad arginare. In caso di epidemie galoppanti, le bare erano in metallo o riportavano, all’interno del legno, uno strato metallico, come misura igienica.

arginare il contagio - Microbi in laboratorio

Il rischio d’esplosione per i gas emessi dalla decomposizione era scongiurato da esperti “foratori” che facevano uscire i mefitici gas tossici. Nel centro e nord Europa, andare a pregare nelle cripte, vegliando i morti che imputridivano, falcidiava intere famiglie. Tuttavia, in generale sono state le religioni i primi “ministeri della sanità”, con prescrizioni sulla pulizia del corpo, comprese le abluzioni rituali. Si raccomandava di tenere i cibi in luoghi puliti, e di isolare i malati infettivi.

Joseph Lister e Louis Pasteur

Sempre riguardo all’igiene, nel Centro Europa, ci si copriva con vestiti stretti, lasciando scoperti solo viso e mani. Si temeva che le malattie, come spiriti maligni, passassero attraverso la pelle. Si pensava che i parassiti si generassero dalla sporcizia. Quando il chirurgo Joseph Lister arrivò a Glasgow, nel 1861, secondo il Royal Infirmary, il 90% dei casi di fratture, finiva con l’amputazione. Lister notò che la cancrena raramente si presentava fuori dagli ospedali. Sospettò di fasciature usate, ferri chirurgici, o le stesse mani dei medici. Il francese Louis Pasteur dimostrò poi come la fermentazione di liquidi fosse legata ai batteri e come la bollitura fosse capace di bloccarla. Lister intuì che nelle ferite avveniva qualcosa di simile. Egli usò il fenolo e funzionò. Pubblicò la scoperta il 16 marzo 1867. Questo metodo, detto antisettico, e la disinfezione degli attrezzi chirurgici dimostrarono il valore dell’igiene su base “scientifica”.  

Arginare il contagio delle malattie è possibile leggendo la storia ultima modifica: 2020-03-13T09:00:00+00:00 da simona aiuti

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