Aragoste esposte in Via Veneto a Roma: una stranezza a cui di primo acchitto nessuno crede. Eppure è proprio così: l’artista scozzese Philip Colbert espone per la prima volta a Roma e lo fa con il suo iconico personaggio un po’ cartoon.
Aragoste in Via Veneto
Si tratta di 12 sculture esposte in via Veneto, fra cui un’aragosta alta 6 metri. Visibile fino all’8 gennaio, l’installazione vede protagonista un artista pop della scena contemporanea e fa rivivere con curiosità la celebre strada capitolina che negli anni ’60 era molto glamour. Le aragoste enormi per dimensioni, hanno letteralmente invaso via Veneto e incuriosito Roma. Il provocatorio e irriverente artista scozzese ha fatto del crostaceo rosso-arancio un iconico personaggio da cartone animato che lo contraddistingue e lo caratterizza. Tanto che lo ha reso famoso nel mondo.
Simpatico, divertente, l’artista approda per la prima volta a Roma con una grande installazione di arte pubblica intitolata “L’Impero delle aragoste”. Sono tante, incredibili, colorate e fanno un effetto molto scenografico. Si tratta di un percorso tra 12 sculture di grandi dimensioni e di diversi materiali, come alluminio, bronzo e acciaio. Creazioni che danno vita all’iconico personaggio un po’ alter ego dell’artista.
Philip Colbert
Il resto si delinea in una grande varietà di temi e stili collegati tra loro. Tra le tante aragoste c’è anche “King Lobster“, un’aragosta gigante alta 6 metri, che saluta con le grandi chele. Ha le chele alzate in trionfo, e la corona. Le aragoste dello scozzese Philip Colbert combattono idealmente il Minotauro, tagliano la testa di Medusa. Poi superano valorosamente il serpente come Laocoonte che è in qualche modo il simbolo dell’agonia umana nell’arte occidentale. E “citano” quindi opere d’arte come l’Orinatoio di Duchamp, i Girasoli di Van Gogh o lo Squalo di Damien Hirst.
Il dialogo con la storia dell’arte da un lato è davvero molto affascinante. Poi però c’è anche l’approccio alla cultura digitale contemporanea. Salta all’occhio subito l’intera ricerca dell’artista che si staglia bizzarra. Egli è irriverente, ma l’ironia tipicamente scozzese, mescola il tutto in modo fantastico.
Lobsteropolis City e Aragoste in Via Veneto
Emergono fonti diverse, dall’antichità classica ai simboli quotidiani della cultura di massa. Dopotutto lo scozzese Philip Colbert è stato soprannominato il “figlioccio di Andy Warhol”. Dice di se stesso: “Sono diventato un artista quando sono diventato un’aragosta“. Eppure c’è molto di più, perché il progetto di Philip Colbert è a sostegno degli animali marini. Da rimarcare, inoltre, che pittore, scultore e designer di moda e arredi, Colbert ha esposto in importanti musei in tutto il mondo.
Partiamo dalla Tate Modern di Londra al Van Gogh Museum di Amsterdam al Modern Art Museum di Shanghai, e in gallerie di riferimento come la Saatchi Gallery. Inoltre, il metaverso a cui deve il suo successo, quello del suo alter ego, ha un’importanza non indifferente. L’aragosta dei cartoni animati ha, infatti, riscosso un grande seguito con l’innovativo progetto intitolato “Lobstars“.
Figlioccio di Andy Warhol
Al riguardo, il massimo terreno d’espansione per questa arte è proprio il metaverso. Pensate che lo scultore ha fondato “Lobsteropolis City“. La città delle aragoste sulla piattaforma VR Decentrentraland. Un progetto virtuale, ma che avuto importanti ricadute nel modo reale. La grossa somma ricavata è stata infatti devoluta a sostegno del benessere degli animali marini. Le opere in mostra a Roma restano in via Veneto, simbolo della Dolce Vita, fino all’8 gennaio.
(Foto Facebook Via Veneto)