Tavoletta romana del 65-80 d.C. contiene per la prima volta la parola “Londra” ed è di duemila anni fa. Tali oggetti raccontano la vita dei nostri progenitori emozionando gli archeologi.
Tavoletta romana cerata di duemila anni fa
Si tratta di una tavoletta cerata piccola ma è come uno spartiacque e desta interesse nel mondo accademico. All’epoca in Britannia vivevano molti coloni che si erano trasferiti e non conducevano sempre una vita semplice. Il clima era rigido, uggioso e sovente plumbeo. Le terre del sud, le famiglie erano lontane anche per i soldati.
Quindi, come abbiamo già potuto verificare con altre lettere ritrovate, scritte tra l’altro da mano femminile, capiamo bene come alcuni sentimenti espressi siano del tutto simili a quelli odierni. Si parla di compleanni, e di rifornimenti da mandare al nord, come la birra. Insomma, si scriveva per ricevere notizie e generi di conforto da casa, un po’ come oggi si attende “il pacco da giù”. Orbene, questo antico reperto in particolare, il primo britannico, probabilmente il più antico, che attesta la scrittura, ovvero la “prima volta che abbiamo scritto oltremanica”, è quindi emerso a Londra.
Scritti di Vindolanda
Spesso gli archeologi britannici hanno attinto in vere e proprie discariche romane, in cui hanno ripescato anche vari oggetti di uso quotidiano buttati via. Questa tavoletta in particolare è datata 65-80 d.C. e contiene la scritta “a Londra, da Mogontius”. La si considera a tutti gli effetti la prima testimonianza scritta della parola Londra, chiamata dai romani Londinium. Un’altra, datata 57 d.C, è invece il più antico documento scritto a mano mai rinvenuto nel Regno Unito.
A dire il vero, gli archeologi hanno trovato un vero tesoro “di scrittura”, poiché sono emersi altri documenti antichi, anche se più recenti di questa tavoletta, ma comunque preziosissimi. Si tratta di centinaia di documenti scritti a mano e risalenti a circa duemila anni. E’ un lavoro delicato, effettuato dagli archeologi del Museum of London Archaeology.
Walbrook fiume antico di Londra
Il rinvenimento è stato possibile durante gli scavi, si stava lavorando per la realizzazione del nuovo quartiere generale di Bloomberg. Ci troviamo precisamente nel distretto finanziario di Londra. Le tavolette cerate erano nascoste sotto il fango ai margini del Walbrook, di fatto l’antico fiume di Londra. Tra queste, ottantasette tavolette sono state anche decifrate. Interessante la situazione linguistica della Britannia Romana tra il I e il IV sec. d.C. che emerge. La maggiore fonte d’informazioni proviene però da testi non-letterari ma scritti appunto su tavolette cerate, a inchiostro o su lamine metalliche.
Interessanti anche le varianti fonologiche e devianti rispetto al latino classico. Le prime attestazioni non-letterarie, non rappresentano dunque l’opera genuina della popolazione locale, ma riproducono piuttosto la multiforme situazione linguistica presente in Britannia ad opera di diversi gruppi latinofoni distaccati in quest’area. È importante sottolineare come l’installazione delle unità ausiliarie e di persone provenienti dal continente per l’espansione romana abbia dato origine a “microstorie di latinizzazione”.
Quartiere di Bloomberg
Ognuna ha lasciato traccia nei testi non letterari. Nell’immagine, si vedono con le crocette i luoghi di ritrovamento dei testi (Londinium, Vindolanda, Carlisle, Uley e Bath). Le tipologie testuali permettono inoltre di osservare diversi strati sociali della popolazione, dalla gerarchia militare, servi o mercanti. Vi sono anche esercizi di scrittura presumibilmente di un bambino. I testi esaminati sono ascrivibili a persone provenienti dalla Gallia Belgica o da tribù d’origine germanica. Inoltre, gli scriventi firmavano la loro corrispondenza, segnando la loro unità etnica d’appartenenza. È stato riscontrato però un livello di latinizzazione disomogeneo.
Mentre nel nord prevalgono le installazioni militari. A sud sono presenti centri urbani ad alta densità abitativa come Londra e Bath. Sembra ragionevole supporre che gli scriventi su tavoletta fossero per lo più Batavi e Tungri a nord, Lingoni, Noricensi, Vangioni e Nervii a sud.
Tribù germaniche – tavoletta romana
Soltanto per le defixiones è ipotizzabile che sia opera della popolazione locale, a causa della forte influenza delle lingue celtiche. Nei testi analizzati nel tempo, sembrerebbe sussistere, in generale, una corrispondenza interessante e non casuale fra l’adozione di alcuni tratti linguistici e la classe sociale di appartenenza. In particolare, emergerebbe una possibile correlazione fra l’utilizzo di una lingua conforme alla norma del latino classico e lo status sociale del parlante. La classe militare risulta possedere un livello di literacy mediamente più alto rispetto agli scriventi delle defixiones. Costoro non sembrano aver acquisito un elevato livello d’istruzione o si trovano in un contesto socio-culturale di impoverimento progressivo del livello di alfabetizzazione.
(Foto Daniele Mancini Archeologia.it)