” Il nome Talassa l’ho preso da una canzone di Colapesce, cantautore siciliano che stimo e seguo da diversi anni.” ci racconta Gabriele Naddeo, direttore responsabile del portale. Talassa Magazine è un giornale online che tratta la musica sia italiana che internazionale. Ecco cosa ci ha raccontato Gabriele in questa intervista.
Com’è nato il progetto del sito Talassa?
Talassa nasce nel marzo 2016, sono più tre anni ormai che esiste, ed è nato in una camera di West London. Io precedentemente scrivevo per un magazine in Francia, un format di musica. Ho lavorato per loro per un anno, prima come stagista e poi come freelancer. Dopo aver smesso di lavorare là volevo qualcosa di nuovo e da lì è nato Talassa. All’inizio era solo un blog, poi grazie alle persone che ho incontrato c’è stato un cambio graduale fino a diventare un vero e proprio sito. A oggi siamo una quindicina che lavorano per il sito tra redattori, social media editor, grafici, fotografi.
Che tipo di argomenti trattate?
A livello di temi, essendo io onnivoro a livello musicale e culturale ho impostato da subito la pagina non trattando di un genere ma guardiamo molto sia alle novità che ci sembrano più valide, che agli artisti storici. Per noi non conta il genere ma il prodotto finale, la musica. Chiunque potenzialmente potrebbe avere uno spazio su Talassa. Abbiamo anche un format “Talassa Ascolta” che è solo dedicato alla musica emergente. Ogni mese segnaliamo 5 artisti o gruppi che non hanno un grosso seguito. Quello che noi proviamo a fare sul sito è presentare musica senza pregiudizi, parlando di tutto. L’idea madre del nostro sito è quella di unire culture diverse con la nostra musica. Abbiamo in mente il concetto della cultura come qualcosa di fluido che non ha barriere.
Chi sono i vostri lettori?
Il nostro pubblico è generalmente giovane e italiano. E’ un pubblico interessato sia alla musica italiana che internazionale. Io stesso non vivo in Italia.
Quanto ha a che fare Londra con Talassa magazine?
Molto perchè a parte essere la città in cui è nato lì , ha influenzato molto il modo in cui all’inizio parlavo di musica sul sito. Nei primi tempi inoltre prendevo tutti gli album di cui parlavo dal charity shop sotto casa. Anche quando il blog è diventato un sito, due delle primissime persone che mi hanno dato una mano le ho incontrate per caso a Londra in un Job Center, quando stavo facendo il Nin.
Oltre al sito avete anche aperto un canale Youtube che ha avuto molto successo. Com’è nato il progetto?
Avevo questa idea in testa da molto tempo, ma non la riuscivo a mettere in atto. Quando mi sono spostato da Londra a Manchester nel 2017, mi era venuta l’idea di registrare questa miniserie che è appunto “English People React to Italian Music”. L’idea era quella di non dare a loro nessuna informazione sui pezzi che gli facevamo ascoltare e vedere come reagivano alla nostra musica. Noi spesso abbiamo questo complesso di inferiorità anche se in generale nelle classifiche italiane ci trovi tantissimi artisti nostrani. Quello voleva essere un tentativo, anche in maniera giocosa di dimostrare che un pezzo può essere ascoltabile anche se c’è la barriera linguistica. Il video è diventato virale e il formato è stato ripreso anche da siti più grandi. Adesso il primo video ha più di cinquantamila visualizzazioni. Volevamo fare un’altra serie ma è stato difficile ma in un futuro chi lo sa.
Quali sono i progetti futuri di Talassa?
Per il momento noi parliamo solamente di musica e quello rimarrà sempre il nostro tema cardine. Però su Talassa, quando siamo diventati una squadra più folta, spesso la musica è diventata un ponte che unisce altre forme culturali. L’idea è quella di espandersi e di far diventare la nostra pagina sempre più “fluida”, di avere un ruolo centrale affidato alla musica, ma piano piano toccare anche altri temi.