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Intervista a Luca Ponticelli: Londra sarà casa vostra!

Luca Ponticelli

Benvenuto su ItLondra, Italiani a Londra, Luca! Luca, nasce, cresce e sviluppa idee… da quando e dove? Insomma… parlaci un po’ di te!

Salve a tutti! Mi chiamo Luca Ponticelli, 28 anni, Designer della Comunicazione.

Napoli è la mia città di origine e porto sempre con me alcune sue caratteristiche in particolare la resilienza. Sono cresciuto in una famiglia di scienziati ed artisti quindi fin dai primi anni della mia vita mi sono state presentate due versioni del mondo: il mio percorso di sintesi tra le due é una domanda che mi porto dietro e sempre mi porterò!

A 18 anni mi trasferisco a Roma e studio Psicologia della Comunicazione alla Sapienza. Quelli sono stati anni di manifestazioni, di occupazioni in facoltà e di apertura mentale verso la politica.

Ho imparato il valore della dialettica ed ho fatto un percorso introspettivo nella psiche umana e nei processi di socializzazione sia a livello didattico che a livello personale.

Intanto il Design ha cominciato ad affacciarsi nelle mie giornate. Ho sempre pensato visivamente ma ho cominciato a comprendere il vero valore della tangibilità di un’opera di arte visiva – l’impatto che aveva sugli altri per far riflettere su temi sociali, e soprattutto la chiamata all’azione su di essi. Cosi, una volta laureato, inizio a praticare grafica e comunicazione da freelance ed inizio un corso breve allo IED.

Il mio obiettivo é sempre stata Londra. Sulle note dell’indie rock inglese e sulla scia visiva di movimenti artistici come i YBA (Young British Artists) – ho sviluppato un universo narrativo di riferimento che mi ha guidato nella costruzione del mio sè artistico.

Nel 2012 vado a Londra per studiare alla Central Saint Martins un corso in Storytelling.

L’impatto con la città e la comunità artistica li presente é stato il mio imprinting su cosa significhi studiare all’estero. Farsela con gente nuova, strana, che ti fa sentire strano ma che sul lungo andare ti fa diventare una persona migliore.

Qual’è stato il tuo percorso professionale? Che cosa ti ha spinto infine ad approdare a Londra? È stata la tua prima scelta?

Dopo essermi laureato nel 2014 con una tesi sul rapporto tra arte e clochards, ho iniziato la mia carriera professionale a Parigi, dove ho lavorato per PUIG, l’azienda di lusso che produce concetti, strategie e confezioni per Prada, Paco Rabanne, Gaultier…qui mi formo al rigore visivo ed a una clientela ossessionata con i piccoli dettagli. Essendo sotto un contratto breve, ben presto inizio a lavorare come freelance designer, ed apro il mio piccolo studio. Per un paio di anni mi occupo di branding, comunicazione e packaging per clienti dal tech, all’architettura ed il lusso.

Nel 2015 inizio una collaborazione di due anni con Aktiva – azienda di Barcellona dove lavoro a strategie visive per fragranze, naming e concetti. Con il tempo comincio a sviluppare workshops interni volti a migliorare le dinamiche lavorative interne, inspirare i team a lavorare con più creatività! Inizio ad approdare a metodologie che mi porteranno al lavoro che ho oggi per IDEO, una design consultancy che pratica design thinking.

Brexit: deve farci davvero paura?

Mah, non ho nessun timore che possa colpirmi, sono qui da tanto e non credo che mi possano tirare un calcio nel didietro da un momento all’altro! Se fossi ancora stato solo libero professionista, avrei rischiato forse di perdere dei privilegi, ma ora come ora, non temo gli effetti dalla Brexit. Mi dispiace vedere alcuni amici trasferitisi a Berlino per timore di perdere, da un giorno all’altro, tutto quello che avevano costruito… La Brexit é una cazzata incredibile: Londra ne soffrirà ma credo che la mentalità dei londinesi reagirá con ancora più accettazione della “diversità”. Insomma… stiamo parlando del luogo dove é nato il Punk – mica poi tanto conservatore!

Cosa manca all’Italia per essere una nuova “Inghilterra”? E ancora… quest’Inghilterra ha davvero una marcia in più, lavorativamente ed economicamente parlando?

L’Inghilterra si é sempre saputa brandizzare bene. Dalla famiglia reale ai Beatles, dal bus rosso fino a Damien Hirst – chiudi gli occhi, pensa all’Inghilterra e ti vedi passare migliaia d’immagini davanti! Hanno saputo organizzarsi bene su tutti i campi perché hanno le infrastrutture ed una burocrazia solida – tutti rispettano le regole perché la società qui funziona!

L’Italia è avanti per quanto riguarda lo stile di vita, ma ahimé nel Belpaese non funziona nulla: c’é tanto nepotismo, il sistema universitario é poco connesso alle aziende e purtroppo gli stipendi sono bassi! Tutti aspetti che non trovi a Londra: qui ti prendono a lavorare anche se sei “figlio di nessuno”. A lavoro ti danno spazio per crescere, e ti responsabilizzano subito: un processo molto più lento in Italia…

Come ti vedi tra dieci anni?

Probabilmente non a Londra! Dopo aver vissuto 4 anni a Roma e 1 anno a Parigi, ho capito che potenzialmente c’é una città per ogni fase della tua vita: probabilmente Londra non sarà la mia città nel 2028. Vorrei provare gli Stati Uniti per un po’ e magari finire per aprirmi un mio studio in una città europea dove possa andare a farmi una nuotata a mare in pausa pranzo! Che sia il Portogallo, la Spagna (o forse addirittura la California…)… chissá! Son troppo curioso per fermarmi qui, ma Londra é stata una tappa fondamentale per sviluppare questa mentalità di continua ricerca ed apertura che mi porterò per sempre dentro.

Ultima domanda: Consigli su chi vorrebbe adesso vorrebbe sbarcare in Inghilterra per cercare lavoro?

Londra, finora é sempre stato un luogo di accettazione: ti fa sentire a casa velocemente una volta che accetti le regole di vita che t’impone. E’ una città caotica e devi comprimere tutti i tuoi impegni in 24 ore – non é semplice! Ma con il tempo, tutta questo movimento ti da’ una scarica di adrenalina a cui non puoi fare a meno facilmente – respirala a pieni polmoni che ti farà crescere e capire tante cose!

Se vieni a Londra e come molti noi Italiani frequenti solo i tuoi connazionali perdi un bel pezzo di esperienza multiculturale! La vera crescita avviene quando altre culture mettono in discussione quello che sei, il tuo pensiero e ti fanno capire quali sono i limiti della tua “zona di comfort”. Londra può essere un’esperienza inutile (e costosa!) se non ti metti davvero in discussione!

Intervista a Luca Ponticelli: Londra sarà casa vostra! ultima modifica: 2018-03-28T11:28:56+01:00 da Stefano Labbia

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