Natale in Scozia è un periodo magico, forse il più magico dell’anno, per via delle atmosfere, i panorami, scorci ma soprattutto per le tradizioni.
Natale in Scozia
E’ facile lasciarci trascinare dalla festosa atmosfera che lo caratterizza e lo è anche per via del calore della gente! In Scozia i festeggiamenti natalizi sono molto sentiti e se vi capita di andare ad Edimburgo in questo periodo dell’anno; non ve ne pentirete per il calore e l’emozione che si può provare. Si resta incantati dalle decorazioni, dalle luci colorate, e dai mercatini artigianali che costellano la città. Quello che alcuni non sanno è che c’è un motivo per cui qui il Natale è così sentito. In Scozia il Natale è stato bandito per quasi quattro secoli.
Al riguardo nel 1560, con la Riforma Protestante, questa festività venne abolita. Considerate che la Scozia è sempre stata molto Cattolica, e fu un duro colpo. Anche dopo questo periodo oscuro, i festeggiamenti del Natale non furono visti di buon occhio per moltissimo tempo.
Feste di Natale in Scozia
Sembra incredibile, ma solo nel 1958 si abolì questa legge e il Natale divenne festa nazionale. Una delle tradizioni più antiche e più belle è quella dello Yule Bread, un tipo di pane. Si tratta di una usanza atavica, con origini antichissime. Questa tradizione è strettamente legata alla cultura e alla popolazione celti; quindi si rimanda al paganesimo.
Nella cultura celtica, durante la festività di Yule si celebrava il solstizio d’inverno, ovvero la giornata più corta di tutto l’anno, un po’ come noi italiani festeggiamo Santa Lucia. Questo evento legato al pane che si condivide è sempre rimasto così sentito. Lo era al punto che quando il Natale in Scozia era vietato, i panettieri avevano l’obbligo di segnalare alle autorità chiunque chiedesse questo tipo di pane. Dovevano segnalarlo, poiché in quel periodo questo tipo di pane era vietato. Tradizionalmente, anche in segreto si preparava un piccolo Yule Bread.
Clootie dumpling e black bun
Era senza lievito per ogni membro della famiglia e chi trovava all’interno della sua pagnottina un piccolo ciondolo; avrebbe avuto tanta buona sorte per l’anno venturo. La cultura celtica, era ed è ancora molto presente. I piatti tipici che arricchiscono le tavole scozzesi il giorno di Natale sono diversi e piuttosto gustosi. Ad esempio lo Scotch Broth; un ricco e grasso brodo di verdure, orzo e carne di montone o agnello. Poi c’è la cock-a-leekie; ovvero una zuppa di porri e brodo di pollo.
Poi anche il salmone, preparato in tutti i modi dall’affumicato al trancio al forno, perché ce n’è sempre stato in abbondanza. Ma anche il clootie dumpling; un dolce con uvetta e cannella cotto in acqua bollente avvolto in un canovaccio per alcune ore. Il black bun, infine, molto tipico è una torta a base di frutta secca avvolta nella pasta sfoglia sottile.
Yule Bread
Questa tradizione, che nel tempo si è apostata al primo giorno dell’anno, prevedeva; che la prima persona ad entrare in una casa il giorno di Natale portasse in dono pane, denaro e torba. Tutto ciò simboleggiava cibo, salute e calore in casa. Quindi il giorno di Natale la prima persona che apriva la porta sarebbe stata quella più fortunata nell’anno a venire. Anche agli animali, il giorno di Natale, si concedeva una colazione speciale.
Si concedeva un covone di granturco e un covone di avena; che si appendevano ad un albero di sorbo. Si lasciavano per gli uccellini mentre gli allevatori davano il cibo agli animali della loro stalla direttamente dalle loro mani. Anche questo stava a simboleggiare buona sorte e prosperità. Anche Babbo Natale in Scozia è particolare, un po’ diverso dal resto del Regno Unito. Father Christmas” e non Saint Nicholas come nella maggioranza dei paesi nordici.
Cairngorms National Park
Neanche Santa Claus come per gli americani. Gli scozzesi lo chiamano semplicemente e brevemente “Santa”. Il Babbo Natale scozzese è un Babbo Natale vive con l’unica mandria di renne di tutto il Regno Unito, nel Cairngorms National Park. La vigilia di Natale in Scozia, tradizionalmente la si considerava come un momento ideale per praticare la divinazione. Si credeva che se una persona non sposata rompeva un uovo e lo versava in un bicchiere; la forma dell’albume avrebbe decretato il mestiere del futuro sposo/della futura sposa. Qualcosa del genere esiste anche nella cultura pagana italiana. L’uovo poi non si buttava. Lo si impastava con farina d’avena e latte per farne una torta. Tuttavia, se durante la cottura, la torta mostrava delle crepe sulla superficie, era un brutto presagio. Bruciare dei rametti di sorbo lo si considerava di buon auspicio per scacciare la la gelosia tra familiari e vicini da casa.
Cailleach Nollaigh
C’è poi la Cailleach Nollaigh; altra lingua che è stata osteggiata per moltissimo tempo. Cailleach Nollaigh in gaelico significa “la vecchia sposa del Natale”. Era un ceppo di legno per lo più di quercia; scolpito dal capofamiglia. Doveva assumere le sembianze di una vecchia. Il ceppo si bruciava nel fuoco del caminetto alla vigilia di Natale. Doveva ardere completamente, fino a diventare cenere. In quel modo, la morte e la cattiva sorte, sarebbero rimasti fuori dall’uscio per tutto l’anno. Firs footer, significava un po’ il primo ospite.
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