Stefano Parmegiani è un giovane uomo entusiasta, pieno di progetti e sogni che, piano piano ha saputo realizzare e realizzerà. Ha abbracciato la sua professione con orgoglio e passione. Il mondo del design, forse uno dei settori lavorativi più competitivi. Ma Stefano ha voglia di vincere. Lo abbiamo intervistato per Italiani a Londra. Ecco un breve botta e risposta in cui ci parla di Brexit, mondo del lavoro e della sua scelta di emigrare a Londra!
Benvenuto su Italiani a Londra! Grazie per averci concesso l’opportunità di intervistarti! Partiamo subito con la prima domanda: Stefano Parmegiani. Chi è, come è, dove nasce, vive e cresce? Insomma, parlaci brevemente di te!
Mi Chiamo Stefano e sono un Grafico. Sono nato a Roma e cresciuto tra Tivoli ed Anagni, nel 2009 mi sono laureato in Grafica e da allora non ho più abbandonato il settore del Design nel quale sono attivo ormai da circa 10 anni.
Perché Londra? Perché l’Inghilterra? Intendo come metà lavorativa. Per caso o per scelta?
Londra è stata una scelta casuale diciamo. La Capitale britannica è una delle principali mete creative d’Europa e, per chi lavora nel mio settore, non può che destare curiosità e interesse.
Il caso volle che circa tre anni fa, tramite un mio contatto, abbia avuto l’opportunità di svolgere un tirocinio di 6 mesi presso la Camera di Commercio Italiana per il Regno Unito. I primi passi non furono semplici, ma dopo aver preso il giusto ritmo imparai a farmi strada nell’immensa giungla londinese facedola diventare la mia seconda casa.
Com’è stato il tuo primo approccio con la Capitale della Vecchia Britannia?
Il primo approccio su Londra non fu semplice, una barriera linguistica da superare, stili di vita completamente diversi da quelli che conoscevo, varie faccende burocratiche da sistemare in un inglese basico, routine quotidiane accelerate e molto altro. All’inizio fu semplice pensare “Ok forse questo posto non fa per me”. Ma mi imposi di darmi il mio tempo, era molto che inseguivo Londra e ora che mi era capitata non potevo scappare io. Così, grazie anche alle giuste amicizie, riuscii a stare al passo con questa città che ancora oggi continua a stupirmi e affascinarmi.
Sei paventato dalla Brexit Stefano? Tu lavori per un’impresa che aiuta i giovani imprenditori a reperire fondi… come sta cambiando e come pensi che cambierà l’economia della città ma soprattutto quella inglese ed europea?
Il giorno dopo il referendum del Brexit, provavo una sensazione strana. Da un lato un profondo stupore del risultato. Ero più che convinto che avrebbe vinto il Remain. Dall’altro un senso di rifiuto del mondo inglese nei confronti di tutti noi Europei. Sembrava quasi che quel 2% in più di preferenza autorizzasse i più estremi ad esibire il loro razzismo senza vergogna.
Difficile pronosticare i risultati a livello economico della Brexit. Il Regno Unito produce essenzialmente servizi ed è costretto ad importare molte materie prime. Uscendo dal mercato europeo le difficoltà non saranno poche e, a meno di altri eventuali accordi commerciali, un innalzamento dei prezzi di beni di consumo sarà inevitabile. Inoltre, un dato statistico che mi capitò di leggere sul giornale, ha visto una “fuga” di europei dal Regno Unito a seguito del referendum. Parliamo di Europei che lavorano principalmente nel settore della ristorazione e nel settore edile. Come rimpiazzare questi posti è un problema che il Governo inglese deve affrontare.
Quello che posso vedere con positività è come le richieste di fondi per nuove Start Up non siano affatto diminuite. Anzi, la mia azienda continua a ricevere richieste di finanziamento quotidianamente e il numero dei prestiti concessi cresce ogni giorno. Da questo dato si evince come, per il momento, il mercato sembra essere ancora vivo e vibrante e sopratutto voglioso di continuare a crescere.
Consigli per chi sta per sbarcare a Londra per motivi di lavoro?
Il consiglio che sempre do è avere un obiettivo preciso. Londra ti da tanto se tu dai tanto a Londra. Venire senza avere un’idea precisa di ciò che si vuole fare secondo me non porta da nessuna parte. Il Regno Unito premia i professionisti, quindi se si ha un settore specifico nel quale si vuol crescere questo può essere il posto giusto.
Altro consiglio che sento di dover dare è di essere audaci e sopratutto persistenti. Nella giungla londinese si può avere la tentazione di mollare. Bisogna stringere i denti e non mollare di fronte alle difficoltà e, dandosi i giusti tempi, le soddisfazioni arriveranno.
Ultima domanda che pongo a tutti gli intervistati: come (e dove!) ti vedi tra dieci anni?
Mah… forse ancora a Londra o forse tornerò in Italia. Con la mia ragazza abbiamo un progetto e, passo dopo passo, vedremo quale sarà la miglior strada da percorrere per raggiungerlo.