Elisabetta II a Genova fu un evento. La sovrana britannica ha viaggiato in tutto il mondo, ma la visita a Genova fu davvero “particolare”. Era il 16 ottobre di 42 anni fa, diluviava e la sovrana con il marito arrivarono con una Fiat 132.
Elisabetta II a Genova
In qualche modo, dopo secoli, Elisabetta seconda andava a rendere omaggio alla città che aveva dato in affitto a Riccardo Cuor di Leone, la bandiera con la croce di San Giorgio. Una bandiera che fino al ‘700 costava un tributo alle casse genovesi. Poi gli inglesi smisero di pagare e tant’è!
Tornando alla visita nella città della “Lanterna”, forse non tutti sanno che a Genova vi sono dei palazzi che un tempo a turno dovevano ricevere delle visite di capi di Stato. In epoca rinascimentale, i nobili genovesi si fecero costruire diversi palazzi di grandissimo pregio in quella che oggi è via Garibaldi, andando verso Balbi, per fare sfoggio di grande ricchezza e opulenza. Tuttavia, nel 1576, con Decreto del Senato della Repubblica si fece un elenco di questi palazzi; obbligando i proprietari ad ospitare, a turno, le visite di capi di Stato.
La città della Lanterna
A seconda del rango dell’ospite, si sceglieva un palazzo per ospitarlo. Quindi più importante era il monarca o il capo di Stato, più elegante e sfarzoso doveva essere il palazzo. Naturalmente saliva anche il prestigio del casato della famiglia ospitante. Qualche secolo dopo, Genova riceve quindi la regina d’Inghilterra Elisabetta II, ma lo fa per una visita piuttosto privata e dai contorni artistici. La sovrana desiderava visitare la pinacoteca privata della marchesa Carlotta Giustiniani Fasciotti Cattaneo Adorno.
Per l’occasione, quel giorno qualche scuola chiuse, così maestre e bimbi si affollarono curiosi in strada. Infine, sotto una pioggia scrosciante, arrivò la 132 blu blindata con la sovrana e il principe Filippo. Genova tutto sommato si mostrava sobria, riservando però un’accoglienza degna con una fungaglia di ombrelli traboccante. Molti si affacciavano dalle finestre, tante le signore eleganti emozionate di poter vedere la regina.
Palazzo Durazzo Pallavicini
La sovrana è stata sempre accompagnata da un applauso ininterrotto. Qualcuno gridava “viva la Regina” o “viva Elisabetta” in italiano ovviamente. La Regina scese dall’auto elegante e misurata in soprabito pervinca. Si voltò per un attimo sorridente per salutare. La marchesa accolse personalmente Elisabetta II Windsor; a dire il vero di un casato meno antico e meno blasonato rispetto alla maggioranza di quelli italiani presenti.
Tuttavia all’epoca fu la marchesa in persona ad accompagnare la regina nel suo palazzo Durazzo Pallavicini sito di via Balbi per visitare le opere d’arte. Poi anche nel salotto dei Van Dyck, per il tè. Quel giorno per alcune ore la sovrana britannica ebbe modo di ammirare, quadreria e biblioteca di famiglia, raccolti per secoli con gusto e dovizia. Bisogna considerare che il piano nobile del ‘Rolli’ ospita una delle massime collezioni private di opere d’arte tra il Cinquecento e il Settecento.
Marchesa Carlotta Giustiniani Fasciotti Cattaneo Adorno ed Elisabetta II a Genova
Di Van Dyck ci sono Gesù morto, Pianto dalle donne, la Dama d’oro, e ritratti di bambini. Di Rubens, Bacco ebbro e il ritratto di Filippo IV di Spagna. Del Tiziano, La Maddalena. Invece Del Guercino, Cristo della Moneta e Muzio Scevola. Del Reni, San Francesco. E poi, opere dei genovesi, il Grechetto, Strozzi, Fiasella, e ancora opere di Leonardo, La Madonna del velo di Raffaello. Fu davvero un momento particolare, in cui Lilibet si concesse tra tanti viaggi ufficiali, un momento tutto privato per ammirare opere d’arte di inestimabile valore affiancata da un’alta rappresentanza della nobiltà italiana.
(Fonte foto – Facebook – pag. Genova/Liguria)
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