In pochi italiani sanno che a Londra c’è uno dei migliori indirizzi per cocktail seeker in un bar di quartiere. Si tratta di un posto con un giusto arredo. Ma trovi anche una saletta privata per qualche occasione speciale. Poi, il barman è qualcuno che ti chiama per nome e puoi assaggiare ben dodici drink solidissimi. Che dire, un locale tutto da scoprire, o comunque da provare.
Uno dei migliori cocktail seeker di quartiere a Londra è sardo
Uscire per una serata con amici e un drink nella capitale inglese significa fare ragionamenti interminabili tra i pub, street bar, hotel bar, speakeasy, American bar tra cui possiamo scegliere. Ma, al di là degli indirizzi più noti, anche in una metropoli come Londra ha i suoi quartieri a misura d’uomo. Si parla di luoghi dove poter trovare banconi consolatori e bartender molto qualificati. Sono posti accessibili a tutti. Ma fare impresa a Londra comporta sempre una serie di rischi economici, personali e d’impresa non indifferenti. Tutto questo non ferma però il nostro Elon Soddu, e il suo team, che aprono un’attività in città. In realtà stiamo parlando di due locali inaugurati in pochi anni l’uno dall’altro. Facilmente raggiungibili, sono a una distanza di circa quindici minuti a piedi. Parliamo di Amaro Bar e Twice Shy.
I due nuovi nati sono creature di Soddu, giovane professionista sardo, trentatreenne, ormai affermato, solido e persona stimata nella Londra cosmopolita. Soddu è un giovane leggermente schivo e timido. Tuttavia non perde mai terreno, nemmeno quando è off. Così, dopo tredici anni di esperienza, prima come gavetta e poi per il consolidamento professionale nel settore dell’hôtellerie di lusso. Elon diventa head mixologist per il Beaufort Bar del The Savoy Hotel di Londra. Successivamente è responsabile della miscelazione per tutti i bar e ristoranti del gruppo. Grazie a questo giovane, ancora una volta abbiamo uno spicchio d’Italia a Londra che ci riempie d’orgoglio. Ancora una prova che il made in Italy e l’impronta mediterranea restano caratteristiche vincenti.
