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Artemisia Gentileschi, in mostra alla National Gallery

Artemisia Gentileschi - autoritratto in Giuditta

fonte foto - https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.0/?ref=ccsearch&atype=rich

Artemisia Gentileschi, eccellente pittrice italiana del ‘600; nel 1638  soggiornò a corte del Re Carlo I e della regina Henrietta Maria. Carlo I era un valente collezionista d’arte, infatti, aveva opere di Tiziano, Raffaello, Mantegna, Correggio e Caravaggio. Era anche un committente, un mecenate insomma.

Artemisia Gentileschi

La Gentileschi, rimase a corte per quasi tre anni, lavorando per la prima volta insieme al padre, Orazio Gentileschi. Quest’ultimo, bravo, ma meno dotato della figlia, era arrivato in Inghilterra nel 1626. Raggiunto dalla figlia, lavorò con lei al soffitto della Queen’s House a Greenwich, e a Marlborough House, London. Entrambi si dedicarono all’Allegoria della Pace e delle Arti sotto la Corona Inglese.

National Gallery – https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.0/?ref=ccsearch&atype=rich

Nondimeno, una delle opere più conosciute e raffinate di quel periodo fu l’Autoritratto come allegoria della pittura. La Gentileschi seppe dimostrare grande padronanza con la tempera ad olio; disegnando lei stessa mentre sta dipingendo. La vediamo circondata dagli strumenti della pittura, in un autoritratto abbastanza insolito per l’epoca. L’opera fu acquistata da Re Carlo I, tra il 1639 e il 1649. Di recente c’è anche stata una bellissima retrospettiva alla National Gallery di Londra dedicata alla pittrice italiana; arricchita da oltre trenta dipinti e lettere private dell’autrice.

Artemisia Gentileschi e Re Carlo I

Si è trattato in assoluto della prima mostra dedicata ad Artemisia Gentileschi in Gran Bretagna. Nella grande mostra alla National Gallery, sono stati presenti i suoi dipinti più famosi, comprese due versioni della sua famosa Giuditta che decapita Oloferne, rispettivamente provenienti dagli Uffizi di Firenze e dal Museo di Capodimonte di Napoli. Così come i suoi autoritratti, le eroine della storia e della Bibbia e le lettere personali; recentemente scoperte e proposte per la prima volta nel Regno Unito.

fonte foto – https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.0/?ref=ccsearch&atype=rich

La retrospettiva, percorre tutta la carriera dell’artista. La curatrice di origini italiane Letizia Treves, ha raccolto circa trenta opere provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private di tutto il mondo. La maggior parte delle quali, mai esposte prima d’ora nel Regno Unito. L’ispirazione per la mostra è stata proprio l’acquisizione da parte della National Gallery, nel 2018, di uno dei suoi autoritratti.

National Gallery

Ella appare nelle vesti di Santa Caterina d’Alessandria, martirizzata all’inizio del IV secolo. L’opera è stata restaurata dagli esperti della National Gallery e in seguito, per decisione del direttore della National Gallery Gabriele Finaldi, esposta in una mostra itinerante in Gran Bretagna.  Ma non è tutto, infatti, un nuovo dipinto è stato attribuito ad Artemisia Gentileschi, anche se non ha fatto parte della mostra.

Museo di Capodimonte di Napoli

Si tratta di “Davide con la testa di Golia”, realizzata durante il suo soggiorno londinese. La tela, ritenuta dispersa, apparve a un’asta di Sotheby’s nel 1975; attribuita tuttavia a Giovanni Francesco Guerrieri, allievo di Orazio Gentileschi. Più tardi, Gianni Papi, esperto d’arte rinascimentale, s’incuriosì, riconoscendo nello stile Artemisia. Recenti analisi, sempre del Papi, insieme allo studio di restauro Simon Gillespie di Londra; hanno infatti individuato la firma di Artemisia, presente sulla spada con cui Davide decapita Golia.

Queen’s House a Greenwich

L’opera rimarrà conservata presso il Simon Gillespie Studio, dove sarà visibile al pubblico. Certamente, nell’Europa del XVII secolo, la Gentileschi fu un’eccezione. Sfidò le idee e le convenzioni del suo tempo per diventarne una delle più grandi artiste di successo dell’epoca. La sua carriera durò più di quarant’anni, guadagnando fama internazionale, e diventando la prima donna ad essere iscritta all’Accademia degli artisti di Firenze. Infine, tra il 1640 e il 1641 decise di tonare in Italia e si stabilì a Napoli, dove rimase per il resto della sua vita. E’ interessante ciò che scrisse in una lettera a don Antonio Ruffo; grande collezionista e nobiluomo siciliano del ‘600:Mostrerò alla sua Illustra Signoria che cosa una donna può fare”. 

Artemisia Gentileschi, in mostra alla National Gallery ultima modifica: 2021-02-19T10:17:30+00:00 da simona aiuti

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