Elisabetta II testimone del secolo, nasce agli albori del ‘900 in quei ruggenti anni Venti che erano caratterizzati dalla velocità che avanzava. Ben lo sappiamo noi italiani che in quello stesso periodo, vedevamo nascere il Futurismo e il suo manifesto. Non era ancora la modernità conclamata, poiché reminiscenze antiche, debordavano dai merletti che orlavano gli inizi del secolo.
Elisabetta II testimone del secolo
Automobili come bolidi, dirigibili, e il cinema muto, stavano cambiando il mondo. Marconi aveva da poco fondato la BBC e i discorsi del re si diffondevano in tutto il regno. La Gran Bretagna, fiera di un Commonwealth che aveva fatto fortuna nel mondo solcando i mari, pur non avendo risorse intrinseche, chiedeva e otteneva rispetto.
Possiamo dire che la profezia di Re Farouk non è stata smentita. “Resteranno i quatto re delle carte e il re d’Inghilterra”. Le altre monarchie vivono un profilo molto basso, quasi borghese. Ma i Windsor restano algidi, lontani, baluardo di un tempo andato. In un mondo in cui si vuole sognare di principi e principesse, il peso della corona non è cosa da poco. Elisabetta II quel peso lo ha abbracciato venticinquenne, ma già a dieci anni era predestinata. Una bimba amante della natura, della vita all’aria aperta, innamorata dei suoi cani e dei cavalli.
Commonwealth
Mai una scivolata in settant’anni di regno, mai una parola di troppo, sempre misurata e ferma nel difendere la monarchia ad ogni costo. Dall’esterno, dal circo mediatico, abbiamo visto i Windsor come una famiglia pittoresca. Li abbiamo visti mostrare più del dovuto emozioni e sentimenti. Ma Lilibet c’è riuscita. Quattro figli, tre divorziati, troppi scandali, alcuni molto scabrosi e forse qualche rimpianto.
Chissà, forse negli ultimi istanti, la sovrana avrà rivolto un pensiero alla nuora Diana Spencer. Avrà pensato ad una ragazza diciottenne ingenua, dolce, romantica, rimasta ahimè schiacciata tra personalità più adulte, navigate e scaltre. Forse avrà pensato alla sua di giovinezza, ai tempi della guerra, quando con sua sorella, aveva donato i giocattoli per ricavarne la latta, utile e indispensabile per la macchina bellica.
Gran Bretagna
Avrà pensato a quando in divisa, nel pieno della guerra, guidava i mezzi pesanti, l’ambulanza e se occorreva, faceva il meccanico. Oppure semplicemente avrà rivolto un pensiero ai suoi genitori e alla sorella, immaginando di riunirsi finalmente a loro, così come all’amato marito. E poi la corona così pesante e il suo amato popolo. Elisabetta II ha tenuto insieme i suoi sudditi attraversando molte tempeste, come l’Irlanda del nord tante volte in rivolta.
Lilibet ha tenuto i nervi saldi nel terrorismo, nelle guerre: non poche! Ha mantenuto un basso profilo durante gli scandali che hanno coinvolto i figli, insegnando che essere reali non significa essere dei privilegiati, ma lavorare per i sudditi. Ha traghettato un popolo che in ogni avversità, resta coriaceo, aggrappato con le unghie e con i denti al suo scoglio in mezzo al mare, ma sempre indomito, forgiato di una pasta dura e inaffondabile.
Elizabeth II dies
Non solo i britannici la piangono; la rimpiangeranno in tanti nel mondo. Pensate che i sudditi di Sua Maestà sono circa 150 milioni in tutto il mondo. Da Winston Churchill alla recentissima Liz Truss, Elisabetta ha guidato il Regno Unito con 16 primi ministri, dando l’ultimo incarico alla leader Tory appena due giorni fa. Ha visto passare per la Casa Bianca 14 presidenti degli Stati Uniti, da Harry Truman all’attuale Joe Biden, e salire al soglio pontificio 7 papi: Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II, fino al dimissionario Benedetto XVI e anche papa Francesco.
Elisabetta II testimone e il suo commiato
Elisabetta II ha viaggiato in oltre 120 Paesi in occasione di oltre 270 visite ufficiali e ha partecipato a centinaia di migliaia di cerimonie. Altro record, quello del matrimonio più longevo tra i sovrani, 74 anni con il principe Filippo ( scomparso il 9 aprile del 2021), sposato il 20 novembre 1947. Avrà dei funerali solenni e oceanici Elisabetta II, ma noi semplicemente vogliamo dirle: “Buon viaggio Lilibet”.